Francis Bacon e la condizione esistenziale nell'arte contemporanea
Bacon

La nuova mostra al CCCS Strozzina è dedicata a Francis Bacon che afferma, nella lunga e bella intervista a David Sylvester posta quasi a chiusura del percorso della mostra, che "l'arte è mettere ordine nel caos". Il caos è forse il primo impatto con l'opera di Bacon con quelle forme anatomiche che, ad una prima occhiata, possono apparire distorte o caricaturali ma che rivelano un'attenta conoscenza dell'anatomia come rivelato dalle numerose pagine ritrovate nel suo studio ed esposte assieme ai dipinti. La questione che pone l'artista è che "ogni vero ritratto non può che essere caricaturale" suggerendo che la differenza fra la pittura e la fotografia sta nel fatto che se quest'ultima non può che catturare quello che vedono gli occhi, la pittura cerca di catturare anche quello che vede la mente. Non a caso le fotografie che usa Bacon per i suoi ritratti, non volendo avvalersi di modelli, sono sporche, manipolate come se l'urgenza fosse il compensare la freddezza meccanica della pellicola con l'intervento umano. Le opere degli altri artisti vogliono collegarsi ai dipinti sulla base dell'evidente ipotesi, per alcuni versi condivisibile, che l'impostazione caricaturale sia frutto di una visione cupa, forse pessimistica, dell'esistenza. L'impatto di opere come Once Removed on My Mother's Side e Of Course I'm Working with Magic (dove bisogna entrare in una suggestiva grotta) di Natalie Djurberg è di sottile inquietudine appena mascherata da un approccio visivo, tipico delle animazioni, prevalentemente influenzato dalle opere per l'infanzia.

L'idea che la caricatura sia anche una sottile presa in giro del mondo e dell'esistenza (in fondo il ritratto di un dittatore preso a torte in faccia da Adrian Genhie è anche una messa in ridicolo) è la grande assente dei pannelli informativi di questa mostra (ma, stranamente, non del catalogo) che sin dal titolo indaga prevalentemente gli aspetti interpretativi più pessimistici ed oscuri delle opere. Proprio sull'opera dell'artista romeno l'aspetto anche ludico è messo in secondo piano rispetto all'esaltazione dell'aspetto espressionistico delle stesse volendo interpretare gli stilemmi della commedia americana anni '30 come escamotage per nascondere i volti dei ritratti.A. Sassolino

Eppure anche l'opera di Arcangelo Sassolino che chiude la mostra sembra dire che, anche se sembra che la trave si rompa e c'è la consapevolezza dell'artista che si possa rompere, la questione è che non è la possibilità ma la paura ad essere messa in mostra. Alla fine è lo spettatore che, proprio perché preso in giro dall'aspetto spettacolare, è portato ad domandarsi perché lo scherzo non faccia ridere.

La risposta la da forse Natalie Djurberg con Turn Into Me che, dopo aver sottilmente destabilizzato lo spettatore,con l'animazione di un gruppo di animali che dopo essersi nutriti di un cadavere lo "riportano in vita" nella forma di una macabra e buffa marionetta, ricorda come il circolo della vita porti ad un susseguirsi di vita e morte e non è una linea continua di vite che non deve finire mai. In un epoca di ritocchi estetici e di allontamento sociale dell'idea di vecchiaia può sorprendere l'affermazione di Bacon che "le malattie cutanee hanno degli splendidi colori" fino a quando non si realizza come evidentemente, nell'orbita estetica dell'artista, la perfezione cutanea e delle forme corporee è evidentemente associata ad un'idea di falsità cui l'arte si oppone mostrando la bellezza dove non si pensa che alberghi.

05 novembre 2012